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Nove anni, nove edizioni di “Caffè ristretto”, il caffè letterario all’interno del carcere di Bari, uno dei primi a
livello nazionale.
Se lo avessero predetto, non ci avrebbe creduto nessuno

. Eppure, Caffè Ristretto ha attraversato nove ambiti di
confronto tra il “dentro” e il “fuori”: un’agorà, uno spazio culturale aperto al confronto, diretto e attivo, su temi
e problematiche generati dalla letteratura che si fondono con il bisogno connaturato all’uomo di una
dimensione sociale che sia orientata anche all’espressione del proprio mondo interiore.
Il 1° CPIA Bari, attraverso l’impegno e la passione delle docenti Mariangela Taccogna e Ilaria Sparacimino, ha
saputo cogliere le esigenze delle sedi carcerarie a cui ha provato a dare una risposta: offrire una proposta
culturale ricca di opportunità.
Il progetto, finanziato e sostenuto dall’Assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Bari, è stato avviato
il 7 novembre e si è concluso il 16 dicembre, sviluppandosi su due binari: 30 ore di laboratori di scrittura
creativa e 20 ore dedicate ad incontri con esponenti rappresentativi della cittadinanza attiva.
Il tema che ha fatto da file rouge di quest’ultima edizione è stato “Uomo e cittadino”: un percorso dentro i
bisogni di legalità, tra diritti e doveri, esperienze che operano nel territorio locale che, solo per il fatto di
esistere, danno speranza in un futuro migliore.
Un enorme ringraziamento, quindi, va agli ospiti che hanno reso la nona edizione di Caffè Ristretto pregna di
significato: Virginia Ambruosi Castellaneta (responsabile Carcere Possibile sezione di Bari), Riccardo Bellini
(assistente sociale ed educatore), Vincenzo Brescia (tirocinante presso la Procura della Repubblica di Bari ed
educatore), Gianluca Catapano (direttore del Centro socio-educativo diurno “Insieme”), Michele Ragone
(Associazione Insieme per ricominciare), Leonardo Rizzi (Retake Bari), Elisabetta De Robertis (avvocato,
mediatrice ed esperta in politiche non repressive per la sicurezza).
E grazie alla Direzione dell’IPMl “Fornelli”, la Direzione della Casa Circondariale “F. Rucci” di Bari, gli
educatori e la Polizia Penitenziaria di entrambi gli Istituti, per aver condiviso e sostenuto il progetto dal punto
di vista concettuale, logistico e organizzativo.
Protagonisti assoluti delle attività proposte 10 giovani detenuti dell’IPM “Fornelli” e 10 detenuti della Casa
Circondariale “F. Rucci” di Bari che si sono messi in gioco senza timore, acquisendo maggiore consapevolezza
di sé e affiancando il percorso di riflessione critica personale. A loro va il più importante ringraziamento, per
aver reso speciale anche questa edizione.
Con il ricordo ancora vivo di ogni parola, sorriso, scritto, siamo già proiettati verso il decennale di progetto…

 

Mariangela Taccogna

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