banner dammi un cinque
banner giornalino

Gli alunni di Barbiana lamentavano una scuola lontana e classista, una scuola fatta per i più bravi. Qualche passo avanti lo abbiamo fatto. Ma non basta.

La criticità di oggi è l’analfabetismo di ritorno che rende necessario e urgente costruire (insieme) strumenti per interpretare la realtà che è sempre più complessa e “liquida” (Baumann): la profondità dell’animo è uguale per tutti ma la capacità di esprimere le sfumature è legata agli strumenti interpretativi e comunicativi in nostro possesso. Per un adulto andare a scuola non è un obbligo ma un privilegio, un’opportunità. Su questa consapevolezza si costruisce. Da questa consapevolezza si parte. Da questa consapevolezza non si può prescindere. Se gli adulti vengono a scuola da adulti, vuol dire che qualcosa non ha funzionato nella scuola “del mattino”. Una sconfitta che non possiamo più permetterci! E allora è meglio dire la scuola DEGLI adulti, fatta con gli adulti e non PER loro, come se gli insegnanti fossero i pozzi di scienza che non hanno più nulla da imparare e gli studenti adulti fossero dei vasi da riempire… Gli adulti, infatti, possono essere considerati come learners (soggetti in apprendimento) e il modello di riferimento è quello teorizzato da Malcom Knowles. L’attenzione è quindi focalizzata sul processo e non sul contenuto, rovesciando completamente le prospettive cui siamo abituati. Sulla scorta delle riflessioni proposte fin qui, mi pare che, nell’impianto teorico, la costituzione di CPIA possa essere una sfida affascinante per l’applicazione di un modello di istruzione degli adulti coerente ed efficace. Nel D.P.R 263/2012 “Regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei Centri d'istruzione per gli adulti” vengono, infatti, identificati alcuni elementi che mi sembrano degni di riflessione in coerenza con i discorsi appena affrontati. La prima innovazione introdotta dal Regolamento è la valorizzazione del patrimonio culturale e professionale della persona, a partire dalla ricostruzione della sua storia individuale. In coerenza con le indicazioni europee contenute nella Raccomandazione del Consiglio del 20 dicembre 2012, all’interno del CPIA si attiva un percorso di riconoscimento dei crediti che permette di convalidare anche gli apprendimenti maturati in contesti non formali ed informali. Una seconda “rivoluzione” nel campo dell’istruzione degli adulti, che va nella direzione di quanto indicato precedentemente, è la personalizzazione del percorso di studi: il riconoscimento dei saperi e delle competenze formali, informali e non formali posseduti dall’adulto permette di strutturare il percorso di studi sulla base degli obiettivi formativi dello stesso, inserendosi in gruppi di livello organizzati secondo caratteristiche omogenee. Infine, il CPIA, in quanto Rete Territoriale di Servizio del sistema di istruzione, è soggetto pubblico di riferimento per la costituzione delle reti territoriali per l’apprendimento permanente, di cui all’art. 4, Legge 28 giugno 2012, n. 92. Credo che la partita più importante si giochi proprio su questo piano, quello istituzionale. Sostenere gli apprendimenti per diventare cittadini consapevoli vuol dire permettere, in un processo lungo l’arco della vita, di continuare ad imparare. Ciascuno, in questo percorso, deve fare la sua parte. Nessuno può tirarsi indietro. Men che meno le istituzioni.

 

Mariangela Taccogna

learning

Torna all'inizio del contenuto