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Una giornata che ci ricorda quanto ancora si deve fare; secondo l’Osservatorio di Repubblica nel 2021 vi sono stati 90 femminicidi. Dall'inizio del 2022 è già capitato 77 volte; ogni tre giorni una donna viene uccisa in Italia.

 

Secondo l’Istat nel primo trimestre 2022, oltre il 61,4% delle vittime dichiara che le violenze vengono subite da anni, dato in aumento sia rispetto al trimestre precedente (56,7%) sia al rispettivo trimestre del 2021 (53,7%).

Una realtà drammatica e inaccettabile: dal maltrattamento psicologico e fisico, allo stalking, alle violenze in famiglia accentuate dai due anni di pandemia e dal periodo di chiusura forzata in casa.

Ogni giorno, inoltre, in televisione assistiamo a continue vessazioni perpetrate ai danni delle donne, quelle afghane a cui è stato di fatto impedito di frequentare scuole ed università; in generale a tutte le donne musulmane obbligate ad indossare in modo corretto l’Hijab, normale foulard che copre i capelli e il collo lasciando scoperto il viso. Caso emblematico quello di Mahsa Amini per cui la sezione iraniana di Amnesty International ha denunciato presunte torture e maltrattamenti che avrebbero causato la morte della giovane ventiduenne.

Tali brutture vengono amplificate da altre situazioni drammatiche che vedono protagonista la giovane pakistana Saman Abbas, uccisa in famiglia per essersi opposta ad un matrimonio forzato con un cugino.

Mahsa, Saman, emblemi di tutte le donne abusate, sottomesse e annientate da un maschilismo depravato e patologico che mira a voler distruggere queste “nuove streghe” per l’appunto le donne “colpevoli” di non voler obbedire agli schemi sessisti in cui le si vorrebbe ancora ingabbiare, ma che esse hanno spezzato conquistando leggi di dignità, parità, autodeterminazione.

Un maschilismo alla riconquista di una presunta superiorità perduta, pronto ad utilizzare qualunque strategia “ricatto affettivo”, “tenerezza amorosa” per spingere con l’inganno colei che vede sfuggirgli di mano, che con il suo comportamento si impone come “persona” e non come oggetto da conquistare, possedere ed utilizzare ad uso e consumo.

A tal proposito, come negli anni precedenti la Giornata Internazionale lancia 16 giorni di attivismo che si concluderanno il 10 dicembre con la Giornata Internazionale dei Diritti Umani.

Consultando il sito https://16dayscampaign.org ognuno di noi troverà un invito ad essere attivo in questi 16 giorni presentando articoli sulla lotta alla violenza di genere sul proprio giornale locale, scrivendo al governo per agire o utilizzando il loro “Menu azione” per trovare modi per mobilitarsi.

Un mondo senza violenza è possibile e questo momento richiede un coraggio senza precedenti e un'azione congiunta per trasformare questa visione in realtà.

Monica Fornelli

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